Come riconoscere un olio extravergine di qualità
Consigli pratici per evitare spiacevoli sorprese

Azienda agricola Alessandro Capitoni

Cari amici,
quante volte vi siete trovati di fronte allo scaffale dell’olio al supermercato, confusi da mille etichette, colori, promesse?

“100% italiano”, “estratto a freddo”, “prima spremitura”… belle parole, ma quanto ci possiamo fidare?
Oggi voglio accompagnarvi passo dopo passo per imparare a riconoscere un vero olio extravergine di oliva di qualità, con qualche consiglio pratico da chi, come me, ha fatto dell’olio un modo di vivere, prima ancora che un lavoro.

Perché è importante saper scegliere l'olio buono?


L’olio extravergine non è un semplice condimento: è un ingrediente nobile, un alimento vivo, che può arricchire o rovinare un piatto. Ma soprattutto, è un prodotto che racconta una terra, un’annata, il lavoro di chi lo ha coltivato e curato con passione.
Scegliere un buon olio vuol dire scegliere salute, gusto e rispetto per il territorio. E, fidatevi, non sempre l’etichetta racconta la verità.

1. Guardate l’etichetta (ma con occhio critico)
Non tutte le parole sono uguali
L’etichetta è il primo strumento che abbiamo per orientarci, ma bisogna saperla leggere tra le righe. Ecco cosa controllare sempre:
• Origine delle olive: diffidate delle etichette vaghe. Se leggete “miscela di oli comunitari” o “prodotto in Italia con olive di provenienza UE”, sappiate che si tratta di oli mescolati, spesso di qualità inferiore.
Cercate indicazioni chiare: “olio ottenuto da olive coltivate e molite in Italia”, oppure meglio ancora, denominazioni DOP o IGP.
• Metodo di estrazione: le parole “estratto a freddo” o “spremuto a freddo” indicano che l’olio è stato ottenuto senza alte temperature, preservando i composti volatili e i polifenoli.
Ma attenzione: è una dicitura che si può usare anche per oli mediocri. Conta chi lo scrive e quanto ci crede.
• Data di produzione e scadenza: scegliete oli con data di produzione recente. L’olio, anche se ben conservato, perde le sue proprietà col tempo.
Evitate quelli in saldo con scadenza imminente: un prezzo troppo basso è spesso un campanello d’allarme.

2. Il prezzo: troppo bello per essere vero?
Un buon olio extravergine non può costare pochi euro al litro. Punto.
Produzione, raccolta a mano, frangitura entro poche ore, analisi, imbottigliamento: tutto ha un costo. Se trovate una bottiglia a 3 o 4 euro, chiedetevi dove stanno risparmiando.

Sulla qualità? Sulla tracciabilità? Sulla salute?
La qualità ha un prezzo… ma anche un sapore
Un olio artigianale, prodotto in piccole quantità, non è solo un alimento: è un'esperienza. Il suo gusto, la sua intensità, la sua freschezza valgono ogni centesimo.

3. Impariamo a usarci il naso (e il palato)
L’esame sensoriale: il vero banco di prova
L’assaggio è il momento della verità. E non serve essere sommelier dell’olio per capire se un EVO è buono oppure no.

Come fare una mini-degustazione casalinga:


1. Versate un po’ d’olio in un bicchierino, possibilmente scuro.

2. Scaldatelo con la mano, per far uscire gli aromi.

3. Annusate: cosa sentite? Profumo di erba, pomodoro verde, carciofo, mandorla?

Bene.

Odore di tappo, muffa, rancido, umido? Scartatelo.

4.Assaggiate: un olio buono pizzica un po’ in gola e ha un tocco di amaro sulla lingua. Questi non sono difetti, ma qualità!
Sono i polifenoli, gli antiossidanti naturali che fanno bene al cuore e al sistema immunitario.

4. Attenzione alla confezione
Il packaging non è solo estetica
L’olio è sensibile alla luce e al calore. Un produttore serio lo imbottiglia solo in vetro scuro o in lattina. Le bottiglie trasparenti vanno evitate, anche se “fanno scena” sugli scaffali.
E poi occhio al tappo: se è anti-rabbocco (quello obbligatorio per legge nei ristoranti), ancora meglio. Vuol dire che il produttore rispetta le regole

5. Da chi lo compri?
Conosci il produttore
La cosa più semplice, ma anche la più potente: scegli un olio da qualcuno che conosci. Che ci mette la faccia, la storia, la passione.
Vai a trovarlo, parla con lui, assaggia sul posto. Guarda gli ulivi, ascolta il suo racconto. È così che si costruisce un rapporto di fiducia.

Io, ad esempio, ogni volta che posso invito le persone nei miei uliveti, in Val d'Orcia. Perché solo vedendo con i propri occhi il lavoro che c’è dietro, si può capire davvero cosa vuol dire fare un olio buono.

6. Fidati del tuo gusto
Alla fine, ogni olio ha la sua personalità. Alcuni sono più delicati, altri intensi, altri ancora verdi e profumati.

Non c’è un gusto “giusto” per tutti. Ma c’è un olio giusto per te.
L’unico modo per trovarlo è provare, assaggiare, confrontare. E fidarti di ciò che senti. Se ti fa venire voglia di affondare un pezzo di pane caldo nella bottiglia… allora sei sulla strada giusta.

In conclusione: scegli con il cuore, non solo con gli occhi
Saper riconoscere un olio extravergine di qualità è un’abilità preziosa. Non solo per mangiare meglio, ma per vivere meglio. Per sostenere un’agricoltura onesta, rispettosa della terra, fatta di mani che lavorano con amore.

La prossima volta che aprirai una bottiglia, fermati un momento. Guarda il colore, senti il profumo, lasciati sorprendere. Perché dentro quell’olio c’è molto più di quello che pensi: c’è una stagione intera, c’è il vento tra gli ulivi, c’è il sole della Toscana.

E c’è, se vuoi, anche un po’ di me.

Alla prossima chiacchierata tra gusto e passione.
Ti aspetto, magari con un filo d’olio nuovo e una fetta di pane buono.

Alessandro


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